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RTW14, day two, Doha, Qatar, Inferno Moderno (No Comments)

Scorri giù per Italiano

https://twitter.com/haerone/status/489946562521354241

The above link reflects what my feelings are about the #mh17 murderous disaster.

Despite this, we are now in Bali. The long day started in the fierce furnace of fake happy, the oh-so-glitzy Qatar capital, Doha, from now on referred to as ‘inferno moderno’.

We woke up high above the city, on floor 38, to a hazy desert town with hordes of slaves from the Indian subcontinent and the pakistans (west & east, aka Bangladesh) flowing back to their shuttles after the night shift at the next door budding sky scraper.
Breakfast with Simit from Ankara in the room, with black tea. We got ready and headed down, towards the only plausible attraction: the mall (unless you are interested in the Islamic museum or wanna risk death by heat exhaustion at the souk waqif).
It’s a shot’s throw from the hotel, but in 46 C, I challenge any sane human to walk 500m…
The mall is quiet. Too quiet. We soon discover why. During Ramadan it’s illegal to eat and drink in public, so all restaurants, cafés, food stalls etc shut down for lack of customers, of to comply with the law. Qatar is ruled by Wahhabis.

This doesn’t make us neither any less hungry, nor any less agnostic than we already are. Quite the contrary actually. We go to the supermarket, buy food and water, and go to the restrooms to eat and drink. We discover we are not the only ones. Talk about hypocrisy. Welcome to wahhabia.

Not much to do in the mall. All other shops close at 1500h to reopen at 2000h until 0100h. Ramadan hours. Taxy back to the hotel where we rest, Philippino driver with Jesus all over his dashboard. We humans really need to reset, IMHO. 20 seconds in the open feels like torture in the form of a walk in a sunny bakery oven. Truly otherworldly. Maybe Arab Muslims strive so much for ‘heaven’ because they always lived in a true hell on earth.

After some planning and rest, we humans get hungry again (-:D but 130 $ for two steaks are way too much, at one of the hotel restaurants. In some countries you could buy an entire flesh and bones cow with that money, shipping included. We decide to head back to the mall for grub grabbing. We print boarding passes and organize the transfer times, all receptionists are happy and stylish Philippines nationals.

Philipino Taxy driver takes us back to the mall, where we eat at Applebee’s. All staff are Philippines nationals, most of the customers too. Not much else to see and do, we buy a fridge magnet and head back to the hotel. All security staff are Africans, a bunch of them were gesticulating and arguing when solving a car crash at mall exit. Poor English skills, poor Africans, rich Arabs. All Muslims, so much for forgiveness during the holy month. But hey, don’t try to eat or drink in public!

Rest for an hour, bag pack, check out, midnight, transfer, limo lee nr. 2 (kind, quick and silent) takes us to Hamad int’l airport, straight to Qatar online check in bag drop. Nobody queuing, check in lasts seconds. Amazing, even though it’s midnight. We waltz trough security, after a little misdirection generated by poor English or poor skills of the staff. The single security check is rather bland. Quite appalling, considering where the worst jihadists come from…
Super fast passport control.

Adios modern inferno.

We board the plane to Singapore-Bali at 0245h, see you tomorrow.

Italiano

https://twitter.com/haerone/status/489946562521354241

Il link qui sopra riflette i miei sentimenti riguardo al disastro omicida del #mh17.

Nonostante questo, ora siamo a Bali. La lunga giornata inizia nella fornace feroce delle false felicità, la sfavillante capitale del Qatar, Doha, d’ora in poi indicata come ‘inferno moderno’.

Ci siamo svegliati in alto sopra la città nel deserto, al piano 38, orde di schiavi provenienti dal subcontinente indiano e il Pakistan (ovest & est, alias Bangladesh) camminano verso le loro navette dopo il turno di notte nel cantiere del grattacielo accanto.

Colazione con Simit da Ankara nella stanza, annaffiato con tè nero. Ci dirigiamo verso l’unica plausibile attrazione: il centro commerciale (a meno che non siete interessati al Museo islamico o volete rischiare la morte da colpo di calore al souk waqif).
Il centro commerciale é a un tiro di schioppo dall’hotel, ma con 46 C, sfido qualsiasi essere umano sano di mente a camminare 500m…
Il centro commerciale è tranquillo. Troppo tranquillo. Ben presto scopriamo perché. Durante il Ramadan è vietato mangiare e bere in pubblico, così tutti i ristoranti, caffetterie, stand gastronomici ecc. chiudono per mancanza di clienti, o per rispettare la legge. Il Qatar è governato dai wahhabiti.

Questo non ci fa né meno affamati, né meno agnostici di quello che già siamo. Anzi in realtà, decisamente il contrario. Andiamo al supermercato, compriamo cibo e acqua e ci nutriamo nella toilette. Scopriamo che non siamo gli unici. A proposito di ipocrisia. Benvenuti in wahhabia.

Non c’è molto da fare nel centro commerciale. Tutti gli altri negozi chiudono alle 1500h per riaprire dalle 2000h fino 0100h. Orari del Ramadan. Via in Taxi in albergo dove ci riposiamo, autista filippino con Gesù su tutto il cruscotto. Noi esseri umani abbiamo realmente bisogno di reimpostarci, secondo me.

20 secondi all’aperto sono come tortura sotto forma di una passeggiata in un forno da panetteria soleggiato. Veramente ultraterreno.

Forse gli arabi musulmani si sforzano tanto per andare in ‘paradiso’ proprio perché hanno sempre vissuto in un vero inferno sulla terra.

Correggetemi se sbaglio.

Dopo un po’ di pianificazione e un po’ di riposo, noi esseri umani abbiamo fame nuovamente (-:D ma 130 $ per due bistecche è decisamente troppo, presso uno dei ristoranti dell’hotel. In alcuni paesi si può comprare una mucca intera in carne e ossa, con quei soldi, “spese di spedizione” comprese. Decidiamo di tornare al centro commerciale per cenare. Stampiamo carte d’imbarco e organizziamo i tempi della navetta per l’aeroporto, i receptionist sono tutti felici ed eleganti cittadini delle Filippine.

Il taxi driver filippino ci riporta al centro commerciale, dove si mangia da Applebee’s. Tutto il personale è composto da cittadini delle Filippine, la maggior parte dei clienti anche. Non c’è molto altro da vedere e da fare, compriamo un magnete da frigorifero e torniamo all’hotel. Tutto il personale di sicurezza è composto da africani. Un gruppo di loro gesticolavano litigando nel tentativo di risolvere un incidente d’auto all’uscita del centro commerciale. Scarsa padronanza dell’inglese, africani poveri, arabi ricchi. Tutti musulmani, dov’è il perdono durante il mese sacro? Ma Ehi, non cercare di mangiare o bere in pubblico!

Riposiamo per un’ora, chiudiamo i bagagli, check out, mezzanotte, trasferimento, limousine lee nr. 2 (gentile, rapido e silenzioso) ci porta a Hamad int’l airport, dritto allo sportello Qatar. Nessuna fila, il check-in dura secondi. Incredibile, anche se è mezzanotte. Passiamo i controlli di sicurezza con estrema facilità, dopo un po’ di vagolamenti generati da scarso inglese o scarsa competenze del personale. Il controllo di sicurezza unico è piuttosto blando. Abbastanza spaventoso, considerando da dove provengono i jihadisti peggiori…controllo passaporti velocissimo, di nuovo.

Adios inferno moderno.

Ci imbarchiamo sull’aereo per Singapore-Bali alle 0245, ci vediamo domani.

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