Arrivare a 101 anni in uno stato di salute, sia fisica che mentale invidiabile, avere l’intelletto intatto, camminare con le proprie gambe e vederci senza occhiali, se non per leggere da vicino…chi non ci metterebbe la firma?
Vito Fabellini, mio nonno paterno, c’è riuscito. Non solo ha raggiunto in scioltezza (vita travagliatissima e 10 operazioni a parte…) tale traguardo, ma ha anche deciso di venirmi a trovare qui a Chamonix, passando da Milano e dalla Valle d’Aosta! Dopo mesi di tremori (S.Elpidio, il nostro paese, è a soli 40 km da L’Aquila) sia Mamma Lisa che papà Franco e quindi anche Nonno Vito, avevano bisogno di terreni stabili, aria pura e viste mozzafiato. Non ci è voluto molto a convincerlo: a Roma in un ora, a Milano in 2 ore e mezza a bordo del Frecciarossa di Trenitalia, a Chamonix in altre 2 ore a bordo di Alfy (nonno approva, macchina comoda silenziosa e veloce).
Appena colpito il bersaglio Stazione Centrale, Nonno ha chiesto subito di andare a Piazza Duomo, la cattedrale gugliata l’ha vista solo in TV o in cartolina. Saltiamo su un taxy, dopo aver rilasciato un’intervista al Corriere della Sera (online), e in 10 minuti siamo tra i piccioni e i turisti. Aria da nord, non fa tanto caldo, nonostante il sole a picco delle 14.00. Foto di rito, entriamo nel fresco gotico del Duomo, ammiriamo più o meno meravigliati, e ne sortiamo velocemente, diretti alla volta di Chamonix. La Pianura Padana colpisce chi è vissuto sempre tra prati e campi, chi conosce ogni albero e ogni coltura. Tanto granturco e tanto riso, fino alle vigne di Quincinetto e Pont Saint Martin, dove sembra di andare in discesa, ma solo perchè è il terreno a schizzare verso l’alto in modo brusco. Troppo stretta la bassa valle, Nonno disapprova. A Nus s’illumina di nuovo e cerca una casa e un terreno per me e Elif, è qui che dobbiamo venire a vivere, largo, assolato e pieno di terra arabile. Il resto del tragitto è tutta una galleria, con pochi sprazzi di “montagnacce” che culmina in piattaforma nord del Traforo del Monte Bianco, dove Nonno vede il suo primo ghiacciaio, Le Glacier des Bossons. Montagnacce.
Nei giorni seguenti un turbinio di eventi: il passaggio del Tour de France a Pre st. Didier nel barbecue organizzado da Claudio PIccioni, la gita a Ginevra con crocierina sul lago, le passeggiate in centro a Chamonix (“tutti ricchi, tutta sciccheria, qui ci vogliono i soldi”), la visita alle valli laterali e ai valichi pittoreschi (Val Ferret fino a Lavachey, col de la Forclaz a 1527 m, Lac Vert sul Plateau d’Assy. Nonno era in missione: trovare la zona giusta per casa mia e di Elif, per l’acquisto della quale è pronto a sborsare 1000 €, a patto che si tratti della piana di Aosta, la piana di Sallanches, o tutt’al più la piana di Morgex-La Salle. Tutto il resto è stretto o troppo costoso. Parole sante, anche se mancano molti altri elementi, il succo è questo. Appena messo piede nella microscopica base segreta Chamoniarda dove operiamo io e Elif, ha subito detto che non va bene, e che ci vuole una casa vera. Sarà fatto Nonno, era già nei piani, sigh…
Il ritorno è stato ancora più liscio e comodo: stop a Viverone per un pranzo frugale in riva al lago, show con l’organetto della bancarella, poi via verso Milano Centrale dove è stato di nuovo accolto da trenitalia, con un upgrade gratuito alla prima classe, completamente vuota. Due ore e poco più dopo, Mamma, Papà e Nonno Vito erano già a Roma Termini. L’unico piccolo rammarico è il non aver potuto vedere il Papa a Les Combes, ma la combinazione di altitudine, folla e caldo oblligava ad una pianificazione preventiva che non c’è stata, vista “l’improvvisata” del giovane “Jedi” di 101 anni.
Tre giorni dopo il ritorno, a casa a S.Elpidio, ha avuto un pò di febbre la mattina, che è peggiorata durante la notte tra giovedì e venerdì…40°C e brividi convulsi, ospedale di corsa. Il giorno dopo, con flebo ricostituenti, antipiretici e antibiotici, già era in piedi a fare il passo romano, solito showman. Oggi dovrebbe uscire dall’ospedale di Rieti per tornare a casa, sembra sia stata una infezione/insolazione. Ne ha superata un’altra.
Questa è la “carica del 101” come ha scritto mio fratello Vito sul suo account FB: “dieci operazioni e sono sempre risorto come l’erbetta. Sono nonno, bisnonno. E finchè ho vita, viaggio.” ha dichiarato alla giornalista del Corriere.
Un grande in bocca al lupo a nonno Vito, altro che patetici nonnetti della TV… ma qual’è la ricetta segreta per avere 1/10 della sua vitalità?
😉
Mangiare bere poco, avere sempre voglia di imparare.Grazie alex (-:D sei rimasto il solo a seguire le mie peripezie
Questo sì che è un reportage “storico”!!!
Dagli una pacca da parte mia, che mi sa che porta bene assai…
Belle vacanze Andrea.
Pacca data edo, buon resto estate anche a voi tre. A presto spero