Arrivare a 101 anni in uno stato di salute, sia fisica che mentale invidiabile, avere l’intelletto intatto, camminare con le proprie gambe e vederci senza occhiali, se non per leggere da vicino…chi non ci metterebbe la firma?
Vito Fabellini, mio nonno paterno, c’è riuscito. Non solo ha raggiunto in scioltezza (vita travagliatissima e 10 operazioni a parte…) tale traguardo, ma ha anche deciso di venirmi a trovare qui a Chamonix, passando da Milano e dalla Valle d’Aosta!
Dopo mesi di tremori (S.Elpidio, il nostro paese, è a soli 40 km da L’Aquila) sia Mamma Lisa che papà Franco e quindi anche Nonno Vito, avevano bisogno di terreni stabili, aria pura e viste mozzafiato. Non ci è voluto molto a convincerlo: a Roma in un ora, a Milano in 2 ore e mezza a bordo del Frecciarossa di Trenitalia, a Chamonix in altre 2 ore a bordo di Alfy (nonno approva, macchina comoda silenziosa e veloce).
![Nonno Vito Milano with Franco & Elisa Fabellini Nonno Vito Milano with Franco & Elisa Fabellini](http://farm4.static.flickr.com/3556/3775201098_0c1ccfef14.jpg)
Appena colpito il bersaglio Stazione Centrale, Nonno ha chiesto subito di andare a Piazza Duomo, la cattedrale gugliata l’ha vista solo in TV o in cartolina. Saltiamo su un taxy, dopo aver rilasciato un’intervista al Corriere della Sera (online), e in 10 minuti siamo tra i piccioni e i turisti. Aria da nord, non fa tanto caldo, nonostante il sole a picco delle 14.00. Foto di rito, entriamo nel fresco gotico del Duomo, ammiriamo più o meno meravigliati, e ne sortiamo velocemente, diretti alla volta di Chamonix. La Pianura Padana colpisce chi è vissuto sempre tra prati e campi, chi conosce ogni albero e ogni coltura. Tanto granturco e tanto riso, fino alle vigne di Quincinetto e Pont Saint Martin, dove sembra di andare in discesa, ma solo perchè è il terreno a schizzare verso l’alto in modo brusco. Troppo stretta la bassa valle, Nonno disapprova. A Nus s’illumina di nuovo e cerca una casa e un terreno per me e Elif, è qui che dobbiamo venire a vivere, largo, assolato e pieno di terra arabile. Il resto del tragitto è tutta una galleria, con pochi sprazzi di “montagnacce” che culmina in piattaforma nord del Traforo del Monte Bianco, dove Nonno vede il suo primo ghiacciaio, Le Glacier des Bossons. Montagnacce.
![Nonno Vito, Andrea, Franco, Elisa Fabellini a Geneve Nonno Vito, Andrea, Franco, Elisa Fabellini a Geneve](http://farm3.static.flickr.com/2513/3775208892_678842a150_m.jpg)
Nei giorni seguenti un turbinio di eventi: il passaggio del Tour de France a Pre st. Didier nel barbecue organizzado da Claudio PIccioni, la gita a Ginevra con crocierina sul lago, le passeggiate in centro a Chamonix (“tutti ricchi, tutta sciccheria, qui ci vogliono i soldi”), la visita alle valli laterali e ai valichi pittoreschi (Val Ferret fino a Lavachey, col de la Forclaz a 1527 m, Lac Vert sul Plateau d’Assy. Nonno era in missione: trovare la zona giusta per casa mia e di Elif, per l’acquisto della quale è pronto a sborsare 1000 €, a patto che si tratti della piana di Aosta, la piana di Sallanches, o tutt’al più la piana di Morgex-La Salle. Tutto il resto è stretto o troppo costoso. Parole sante, anche se mancano molti altri elementi, il succo è questo. Appena messo piede nella microscopica base segreta Chamoniarda dove operiamo io e Elif, ha subito detto che non va bene, e che ci vuole una casa vera. Sarà fatto Nonno, era già nei piani, sigh…
![DSC04725](http://farm3.static.flickr.com/2425/3775211006_e3e5b10533.jpg)
Il ritorno è stato ancora più liscio e comodo: stop a Viverone per un pranzo frugale in riva al lago, show con l’organetto della bancarella, poi via verso Milano Centrale dove è stato di nuovo accolto da trenitalia, con un upgrade gratuito alla prima classe, completamente vuota. Due ore e poco più dopo, Mamma, Papà e Nonno Vito erano già a Roma Termini. L’unico piccolo rammarico è il non aver potuto vedere il Papa a Les Combes, ma la combinazione di altitudine, folla e caldo oblligava ad una pianificazione preventiva che non c’è stata, vista “l’improvvisata” del giovane “Jedi” di 101 anni.
Tre giorni dopo il ritorno, a casa a S.Elpidio, ha avuto un pò di febbre la mattina, che è peggiorata durante la notte tra giovedì e venerdì…40°C e brividi convulsi, ospedale di corsa. Il giorno dopo, con flebo ricostituenti, antipiretici e antibiotici, già era in piedi a fare il passo romano, solito showman. Oggi dovrebbe uscire dall’ospedale di Rieti per tornare a casa, sembra sia stata una infezione/insolazione. Ne ha superata un’altra.
Questa è la “carica del 101” come ha scritto mio fratello Vito sul suo account FB: “dieci operazioni e sono sempre risorto come l’erbetta. Sono nonno, bisnonno. E finchè ho vita, viaggio.” ha dichiarato alla giornalista del Corriere.